Carissimi,
con l’inizio della seconda settimana di Pasqua, il Santo Padre è tornato a celebrare nella cappella di Casa Santa Marta, come aveva assicurato sabato scorso.
Forse non tutti potrebbero aver notato che la cappella è espressamente dedicata allo Spirito Santo, ed il pensiero del Santo Padre è stato oggi rivolto principalmente proprio allo Spirito Santo, come presumibilmente sarà fino a Pentecoste: oggi in particolare lo ha invocato, anche se nella forma “indiretta” della preghiera, per i politici, sottolineando che la politica è una forma “alta” di carità, ma chiedendo che facciano gli interessi della propria nazione e non del proprio partito.
Segue come al solito la trascrizione della sua preghiera introduttiva, il riferimento alle letture, la trascrizione dell’omelia del Santo Padre ed il testo per la comunione Spirituale
20 Aprile 2020
Ave Maria!
Marco.
Preghiamo oggi per gli uomini e le donne che hanno vocazione politica – la politica è una forma alta di carità – per i partiti politici dei diversi paesi, perché in questo momento di pandemia cerchino insieme il bene del paese, e non il bene del proprio partito.
Antifona d’Ingresso
Cristo risorto più non muore,
la morte non ha più potere su di lui. Alleluia.
Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che ci dai il privilegio di chiamarti Padre, fà crescere in noi lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso. Per il nostro Signore…
Letture: At 4, 23-31; Sal.2; Gv 3, 1-8.
Quest’uomo, Nicodemo, è un capo dei Giudei, un uomo autorevole, e sentì la necessità di andare da Gesù.
Andò di notte, perché doveva fare un po’ di equilibrio, perché coloro che andavano a parlare con Gesù non erano guardati bene.
Era un fariseo, giusto, perché non tutti i Farisei sono cattivi, no, no! C’erano farisei giusti anche … questo è un fariseo giusto, sentiva inquietudine, perché (era) un uomo che aveva letto i Profeti, e sapeva che questo che questo che Gesù faceva era stato annunciato dai Profeti: sentì inquietudine e andò a parlare con Gesù.
«Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro»: fa una confessione, fino a un certo punto.
«nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui» e si ferma, si ferma davanti al dunque: come se io dico adesso “dunque …”
E Gesù rispose … rispose misteriosamente, come lui , e Nicodemo non se l’aspettava: risposte con quella figura della nascita «se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio» e lui, Nicodemo, sente confusione, non capisce e prende “ad litteram” quella risposta di Gesù, no? Ma come come mai si può nascere se uno è adulto, una persona grande …
Nascere dall’alto, Nascere dallo Spirito, è il salto che la confessione di Nicodemo deve fare, e lui non sa come farla, perché lo Spirito è imprevedibile.
La definizione dello Spirito che Gesù da qui è interessante: «Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito», cioè libero!
La persona che si lascia portare da una parte dall’altra dallo Spirito Santo: Questa è la libertà dello spirito, e chi fa questo è una persona docile, qui si parla della docilità allo Spirito!
Essere cristiano non è soltanto compiere i Comandamenti: si devono fare, questo è vero; ma se tu ti fermi lì, non sei un buon cristiano.
Essere un buon cristiano è lasciare che lo Spirito entri dentro di te e ti porti, ti porti dove lui vuole.
Nella nostra vita cristiana tante volte ci fermiamo come Nicodemo, davanti al “dunque”: non sappiamo dare il passo, non sappiamo come farlo o non abbiamo la fiducia in Dio per fare questo passo e lasciare entrare lo Spirito.
Nascere di nuovo è lasciare che lo Spirito entri in noi e che sia lo Spirito a guidarmi e non io, e qui, libero, con questa libertà dello Spirito che tu non saprai mai dove finirai.
Gli apostoli, che erano nel Cenacolo, quando venne lo Spirito uscirono a predicare con quel coraggio, quella franchezza … non sapevano che sarebbe successo questo; e lo hanno fatto, perché lo Spirito li guidava.
Il cristiano non deve fermarsi mai soltanto al compimento dei Comandamenti: si deve fare, ma andare oltre, verso questa nascita nuova che è la nascita nello Spirito, che ti dà la libertà dello Spirito.
È quello che è accaduto a questa comunità cristiana nella prima Lettura, dopo che Giovanni e Pietro sono tornati da quell’interrogatorio che hanno avuto con i sacerdoti: questi andarono dai loro fratelli, in questa comunità, e riferirono quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli anziani.
E la comunità, quando udì questo, tutti insieme, si spaventarono un po’, ma cosa hanno fatto? Pregare, non si sono fermati a misure prudenziali, “no, adesso facciamo questo, andiamo un po’ più tranquilli …”: no, pregare, che sia lo Spirito a dirgli loro cosa dovevano fare.
Innalzarono la loro voce a Dio dicendo: “Signore …”, e pregano; questa bella preghiera di un momento buio, di un momento in cui devono prendere delle decisioni e non sanno cosa fare.
Vogliono nascere dallo Spirito, aprono il cuore allo Spirito: che sia Lui a dirlo … E chiedono: “Signore, Erode, Ponzio Pilato con le nazioni e i popoli di Israele si sono alleati contro il tuo Santo Spirito, Gesù …” raccontano la storia e dicono – “Signore, fa’ qualcosa!”.
«E ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce» – quelle del gruppo dei sacerdoti – «e concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta franchezza la tua Parola» – chiedono la franchezza, il coraggio, il non avere paura – «stendendo la tua mano affinché si compiano guarigioni, segni e prodigi nel nome di Gesù». «E quando ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò, e tutti furono colmati di Spirito Santo e predicavano la Parola di Dio con franchezza».
È successa una seconda Pentecoste, qui.
Davanti alle difficoltà, davanti a una porta chiusa, che loro non sapevano come andare avanti, vanno dal Signore, aprono il cuore e viene lo Spirito e dà loro quello di cui hanno bisogno e vanno fuori a predicare, con coraggio, e avanti: questo è nascere dallo Spirito, questo è non fermarsi al “dunque”, al “dunque” delle cose che ho sempre fatto, al “dunque” del dopo i Comandamenti, al “dunque” dopo le abitudini religiose: no!
Questo è nascere di nuovo.
E come si prepara uno a nascere di nuovo? Con la preghiera: la preghiera è quella che ci apre la porta allo Spirito e ci dà questa libertà, questa franchezza, questo coraggio dello Spirito Santo, che mai saprai dove ti porterà, ma è lo Spirito.
Che il Signore ci aiuti ad essere sempre aperti allo Spirito, perché sarà Lui a portarci avanti nella nostra vita di servizio al Signore.
Le persone che non possono comunicarsi adesso fanno la comunione spirituale:
Ai tuoi piedi, o mio Gesù,
mi prostro e ti offro il pentimento del mio cuore contrito
che si abissa nel suo nulla e nella tua santa presenza.
Ti adoro nel sacramento del Tuo amore, l’Eucaristia.
Desidero riceverti nella povera dimora che ti offre il mio cuore;
in attesa della felicità della comunione sacramentale
voglio possederti in spirito.
Vieni a me, o mio Gesù, che io vengo da Te.
Possa il tuo amore infiammare tutto il mio essere
per la vita e per la morte.
Credo in Te, spero in Te, ti amo.
Regína caeli laetáre, allelúia.
Quia quem merúisti portáre, allelúia.
Resurréxit, sicut dixit, allelúia.
Ora pro nobis Deum, allelúia.