Carissimi,
in questa messa in Coena Domini celebrata dal Santo Padre senza alcun concelebrante e in una Basilica di San Pietro surrealmente vuota, il Papa ha rivolto il suo pensiero principalmente ai sacerdoti, nella giornata in cui sono soliti rinnovare le promesse sacerdotali, rammaricandosi di non aver potuto celebrare la Messa Crismale, e augurandosi di poterlo fare prima di Pentecoste.
Segue il riferimento alle letture, il link al libretto per la celebrazione, alcuni “fermi immagine” dalla diretta di vatican.va e la trascrizione della bellissima omelia del Santo Padre, completamente improvvisata con il cuore, che segue il link alla registrazione dell’intera liturgia.
Terni 9 Aprile 2020
Ave Maria!
Marco.
Letture: Es 12, 1-8. 11-14; Sal.115; 1 Cor 11, 23-26; Gv 13, 1-15.
L’eucarestia, il servizio, l’unzione: le realtà che oggi viviamo in questa celebrazione, il Signore che … vuole rimanere con noi, nell’Eucarestia; e noi diventiamo sempre “tabernacoli” del Signore: portiamo il Signore con noi al punto che lui stesso ci dice che se non mangiamo il Suo corpo e non beviamo il Suo Sangue non entreremo nel regno dei cieli.
Mistero questo, del pane e del vino, del Signore con noi, in noi, dentro di noi.
Il servizio: quel gesto che è condizione per entrare nel regno dei cieli.
Servire, sì, tutti … ma il Signore, in quello scambio di parole che ha avuto con Pietro gli fa capire che … per entrare nel regno dei cieli dobbiamo lasciare che il Signore ci serva, che sia il Servo di Dio, Servo di noi.
E questo è difficile da capire: se io non lascio che il Signore sia il mio servitore, che il Signore mi lavi, mi faccia crescere, mi perdoni, non entrerò nel regno dei cieli: è il sacerdozio.
Oggi vorrei essere vicino ai sacerdoti, i sacerdoti tutti, dal più recente ordinato fino al papa: tutti siamo sacerdoti, i vescovi … tutti! Siamo unti, unti dal Signore, unti per fare l’Eucarestia, unti per servire.
Oggi non c’è la messa crismale, spero che possiamo averla prima di Pentecoste, al contrario dobbiamo rimandarla all’anno prossimo, ma non posso lasciar passare questa messa senza ricordare i sacerdoti: sacerdoti che offrono la vita per il Signore, sacerdoti che sono dei servitori.
In questi giorni (ne) sono morti più di 60 qui in Italia: l’attenzione dei malati, negli ospedali, anche con i medici, infermieri e infermiere, sono i “santi della porta accanto“.
Sacerdoti che … servendo hanno dato la vita, e io penso a coloro che sono lontani: oggi ho ricevuto una lettera di un sacerdote, cappellano di un carcere, lontano … e racconta come vive questa Settimana Santa con i detenuti: un francescano.
Sacerdoti che … “vanno” … lontano per portare il Vangelo e muoiono li.
Mi diceva un vescovo che la prima cosa che lui faceva quando arriva in questi posti di missione, era andare al cimitero, e vedere la tomba dei sacerdoti che hanno lasciato la vita li, giovani, per le “pesti” del posto: non erano preparati, non avevano gli anticorpi per loro, e nessuno sa il nome!
I sacerdoti “anonimi”!
I parroci di campagna, che qui sono parroci di quattro, cinque … sette paesini in montagna e vanno dall’uno all’altro, che conoscono la gente: una volta uno mi diceva che conosceva il nome di tutta la gente dei paesi; “davvero”, gli ho detto io? e lui mi ha detto “anche il nome dei cani”!
Conoscono tutti: la vicinanza sacerdotale, bravi, bravi sacerdoti!
Oggi vi porto nel mio cuore, e vi porto all’altare: sacerdoti calunniati, e tante volte – succede oggi – non posso andare per la strada perché gli dicono delle cose brutte, in riferimento al dramma che abbiamo vissuto con la scoperta dei sacerdoti che hanno fatto cose brutte: alcuni mi dicevano che non possono uscire da casa col il clergyman perché li insultavano, e loro … continuano.
Sacerdoti peccatori, che insieme ai Vescovi peccatori e al Papa peccatore non si dimenticano di chiedere perdono, e imparano a perdonare, perché loro sanno che hanno bisogno di chiedere perdono e di perdonare: tutti siamo peccatori.
Sacerdoti che soffrono una crisi, che non sanno cosa fare, (che) sono nella oscurità.
Oggi tutti voi, fratelli sacerdoti, siete con me, nell’altare: voi consacrati …
Soltanto vi dico una cosa: non siate testardi come Pietro, lasciatevi lavare i piedi, il Signore è il vostro servo, Lui è vicino a voi ,per darvi la forza, per lavarvi i piedi.
E così, con questa coscienza di “necessità di essere lavati” siate grandi perdonatori.
Perdonate: un cuore grande di generosità nel perdono, è la misura con la quale noi saremo misurati; come tu hai perdonato sarai perdonato: la stessa misura.
Non aver paura di perdonare!
Alle volte ci vengono dei dubbi: guardate Cristo, li c’è il perdono di tutti; siate coraggiosi anche nel rischiare per perdonare, per consolare, e se non potete dare un perdono sacramentale in quel momento, almeno dare la consolazione di un fratello che accompagna e lascia la porta aperta, perché torni.
Ringrazio Dio per la grazia del Sacerdozio, tutti noi, e ringrazio Dio per voi, sacerdoti: Gesù vi vuole bene, soltanto chiede che voi vi lasciate lavare i piedi.