Intervista a Mons. Hoser (Varsavia)

Carissimi,
lo scorso 19 Agosto scorso l’agenzia cattolica Polacca KAI (https://ekai.pl/) ha pubblicato sul suo sito un intervista a Mons. Henryk Hoser , che circa sei mesi prima in febbraio aveva ricevuto da Papa Francesco l’incarico di “inviato speciale della Santa Sede a Medjugorje” specificando che la sua missione aveva “ lo scopo di acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e, in base ad esse, suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro”, come recitava letteralmente il bollettino della sala stampa della Santa Sede dello scorso 11 febbraio, dove si sottolineava infine che tale missione “Avrà, pertanto, un carattere esclusivamente pastorale “. Il bollettino é consultabile qui:

https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/02/11/0092/00219.html

Lo stesso bollettino ci informava infine che “ È previsto che S.E. Mons. Hoser, il quale continuerà ad esercitare l’ufficio di Arcivescovo-Vescovo di Warszawa-Praga, completi il suo mandato entro l’estate prossima. “ per cui si puó presumere che questa intervista sia stata resa praticamente al termine del suo specifico mandato a Medjugorje, quindi quando la sua relazione di fine mandato per la Santa Sede era giá stata redatta, se non persino inviata.

La versione originale dell’intervista é disponibile all’indirizzo: https://ekai.pl/abp-henryk-hoser-dla-kai-raport-o-medziugorie-bedzie-pozytywny/

Ne sono venuto a conoscenza di questa intervista perché giá dopo le prime ore dalla sua pubblicazione, il “portale di Caplina” ne ha pubblicato una sintetica traduzione in Croato, raggiungibile all’indirizzo https://caportal.net/2017/08/18/hoser-ukazanja-medugorju-bit-ce-priznata-vec-ove-godine

Subito dopo ha iniziato a cercolare in rete anche una versione in Inglese, che consisteva nella condivisione del risultato diretto di Google Translate sul testo della “sintesi Croata” senza alcuna correzione (1), ed infine una prima sintesi in Italiano, ulteriormente concisa, con il titolo di “A MEDJUGORJE TUTTO VA NELLA GIUSTA DIREZIONE “ che non rendeva assolutamente la pienezza del testo dell’originale.

Da parte mia, mi sono da subito interessato a tradurre l’articolo originale, e anche utilizzando in primo tempo Google Translate ho avuto modo di comprendere che vi si esprimevano delle opinioni concrete ed autorevoli, molto piú profonde e fondate di quanto si é potuto dedurre dalle versioni giornalistiche che sono circolate fino ad oggi, molte delle quali miravano a sfruttare in modo come al solito “sensazionalistico” la frase piú “sbilanciata” dell’Arcivescovo, che fra le righe si era lasciato scappare una frase dalla quale si poteva dedurre che “forse le apparizioni avrebbero potuto essere riconosciute entro l’anno”

In realtá questa bellissima intervista dice molto, molto di piú, sia nel merito, che leggendo fra le righe, ed a mio parere é sicuramente il documento “giornalistico” piú importante riguardante Medjugorje ad oggi, perché, anche se per questioni “meramente pastorali”, mons. Hoser ha ricevuto un incarico specifico e pubblico dal Papa in persona, e pubblicamente ed esplicitamente quale inviato dalla Santa Sede ha operato sul territorio di Medjugorje quando vi ha fatto visita lo scorso Aprile.

Dopo averne diffuso una mia personale versione della traduzione, usando si Google Translate, ma sottoponendola ad una “severa esegesi”, ho finalmente completato il lavoro, grazie al contributo di una sorella madrelingua degli Adoratori con Maria della Pace: ora potete finalmente condividere il tutto, il senso si capiva giá prima, ma ora anche le parti incerte sono state tradotte.

Le mie personali e private considerazioni le lascio alla fine dell’intervista, per non influenzarvi durante la lettura della stessa, che é di per se piacevolissima, specie per chi ha a cuore Medjugorje.

Ave Maria!
Marco Piagentini.

Nota Originale: 20170819-Warsav_IntervistaMonsHoser.txt

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L’Arcivescovo di Varsavia-Praga Henrik Hoser durante la conferenza stampa tenuta a Medjugorje il 5 Aprile 2017 nell’Aula Giovanni Paolo II, con a destra il parroco fra Marinko Šakota e a destra il Presidente dei Provinciali Francescani Europei fra Miljenko Šteko

“”A medjugorje tutto sta andando nella giusta direzione“, dice l’Arcivescovo Henryk Hoser, che come delegato della Santa Sede ad esaminare la situazione pastorale in questo posto straordinario, che é visitato da circa due milioni e mezzo di pellegrini l’anno.

L’arcivescovo Hoser valuta positivamente il lavoro pastorale e i suoi frutti.

E quando é stato interpellato sulla possibilitá del riconoscimento delle apparizioni, ha risposto “Tutto indica che le apparizioni saranno riconosciute, forse anche quest’anno. Non ci dimentichiamo che la Congregazione per la dottrina della fede ha consegnato tutta la documentazione relativa alle apparizioni al Segretariato di Stato, che al momento vi sta lavorando”.

Alina Petrowa-Wasilewicz, Marcin Przeciszewski (KAI): “Ottenere una dettagliata conoscenza della situazione a Medjugorje” – questa era la missione dell’Arcivescovo, a lui assegnata dalla Sede Apostolica. Nel villaggio dove le presunte apparizione della Vergine Maria continuano dal 1981, l’Arcivescovo ha visitato la chiesa fra fine Marzo ed Inizio Aprile, ed attualmente sta preparando un rapporto per la Santa Sede. Quali sono le conclusioni?

Arcivescovo Henryk Hoser: “Penso che una conoscenza approfondita degli eventi a Medjugorje non sia possibile, perché ci troviamo a penetrare nel mistero di Dio e nel mistero dell’uomo. E questi sono segreti che non possono essere svelati. A questo scopo, si puó approcciare il fenomeno e cercare di descrivere la situazione piú estensivamente e profondamente possibile, ma tutto ció non potrá mai essere esaustivo. Vi sono fatti spirituali, molto spesso sorprendendi e profondi, ma solo il Signore conosce il cuore dell’uomo. In totale ho passato due settimane in Bosnia/Herzegovina, perché oltre a Medjugorje ho visitato Sarajevo e il Nunzio Apostolico Arcivescovo Luigi Pezzuto e mi sono incontrato con tutti i vescovi del paese. E sulla via del ritorno ho incontrato il Cardinale Christophem Schönborn a Vienna.”

Cosa ha colpito di piú l’Arcivescovo durante la sua permanenza a Medjugorje?

Ben conoscendo molti altri luoghi di apparizioni di Nostra Signora nel mondo e luoghi di pellegrinaggio come Fatima, Lourdes, Lisieux e Czestochowa, vedo una forte specificitá in Medjugorje. Essa viene espressa, fra le altre cose, nelle considerevoli dinamiche di crescita di questo posto e allo stesso tempo nella sorprendente creativitá di quanto vi é creato.
Ció non accade negli altri luoghi.

Come si puó descrivere l’atmosfera di Medjugorje, in senso spirituale?

Con poche semplici parole: preghiera, silenzio, meditazione, Eucarestia, adorazione, digiuno, sacramento della riconciliazione. Questi sono i punti di forza di questo posto.
Le persone con cui si parla notano soprattutto l’atmosfera straordinaria di raccoglimento. E il silenzio. In tutte le funzioni é richiesto il silenzio.

Le funzioni di adorazione sono gestite molto bene. Ovviamente, il culto Mariano é presente, ma é essenzialmente Cristocentrico. Sono presenti le liturgie classiche della Chiesa: la Via Crucis, il Rosario, a partire dal Podbrdo, dove le apparizioni hanno avuto luogo fino al Krizevac. Tutta questa topografia é lo sfondo naturale di questo luogo. ci sono momenti toccanti quando le persone, anche molto anziane, si inginocchiano sulla collina delle apparizioni, dove le pietre sono consumate.

La specificitá del luogo prevede anche l’eliminazione di ogni elemento di natura “turistica”: i Francescani sono molti sensibili su questo aspetto, Medjugorje é puramente un luogo di pellegrinaggio, dove nessuno viene per soddisfare la sua curiositá.

Vi sono degli aspetti commerciali, ma ad un livello che definirei “alto”, come negozi di libri con oggetti devozionali molto belli prodotti sul luogo. Ma il raccoglimento e l’adorazione dominano sul resto.

Lo spettro di proposte per i pellegrini é molto ricco, anche con due catechesi (pellegrinaggi??) al giorno. Il resto é fedele cura pastorale.

Quale impressione le ha fatto il flusso dei pellegrini che arrivano?

Ognuno é molto felice. Quando li ho incontrati, erano felici, erano molto aperti. E ci sono rappresentanti di tutte le generazioni, non sembra esserci prevalenza di specifici gruppi di etá. I giovani aiutano gli anziani, come ad esempio i giovani della comunitá Cenacolo accompagnano i disabili su una speciale “Sedia Gestatoria” i disabili sul Podbrdo, che non é alto, ma é necessario camminare sulle rocce per giungervi. Cosí come sul Krizevac, che é piú alto e difficoltoso da raggiungere.

Cosa ricevono i pellegrini, su quali ministeri spirituali e sacramentali possono contare? Che formazione ricevono?

Il nucleo centrale, come negli altri centri di pellegrinaggio, é la preghiera, la liturgia, e la visita dei luoghi dove, in accordo ai messaggi, sono avvenute le apparizioni. Ogni Venerdí c’é la Via Crucis sul monte Kriżevac.

E la liturgia nella chiesa di Medjugorje é organizzata in un ciclo settimanale: ogni giorno c’é la messa della mattina, nel pomeriggio si recita il Rosario. Il programma serale inizia con una conferenza o una preghiera comunitaria. Alle 18 si celebra la Messa principale, seguita da una preghiera di ringraziamento per la guarigione. Si celebra l’adorazione perpetua (perpetua ??) del Santissimo Sacramento. Di venerdí si venere la croce.
In questo modo la Messa e il Cristo sono sempre al centro degli eventi.

Ci sono anche eventi di massa, come il festival dei giovani, che ha luogo in Luglio e al quale partecipano fra i 50000 e 70000 giovani da tutto il mondo. E siccome non entrano in chiesa, dietro di essa é stato costruito un enorme anfiteatro piano con un semi altare coperto. Ci sono diverse migliaia di posti a sedere, ed i pellegrini usano anche sedie pieghevoli, cosí una qualche infrastruttura é assicurata per quanto insufficiente, e i Francescani non sono al momento autorizzati ad estendere ció che esiste.

Ma, oltre a ció, a Medjugorje un accento molto forte é posto anche sulla formazione Cristiana – attraverso varie forme di catechesi, ritiri o seminari. Si tengono 22 seminari l’anno che radunano centinaia di persone da decine di paesi. Li organizzano i francescani, nel centro per ritiri “Domus Pacis” da loro costruito, e se i gruppi sono piú grandi, c’é un edificio chiamato “Aula Giovanni Paolo II”. E’ in grado di ospitare diverse centinaia di persone, ed ha una struttura modulare, in modo che secondo la necessitá puó essere piú piccolo o piú grande.

Il servizio di traduzione é eccellente. C’é una stanza specifica presso gli edifici di Radio Medjugorje con 18 cabine per le traduzioni in lingue differenti, uno dei quali é il Polacco. Ogni traduttore ha uno schermo davanti a lui che trasmette le celebrazioni dalla chiesa o da altri luoghi a Medjugorje. Telecamere sono installate ovunque. Ogni linguaggio tradotto é trasmesso su differenze frequenze, che i pellegrini possono ricevere sui loro cellulari.

Un pellegrino ordinario che arriva a Medjugorje puó partecipare a dei seminari?

Si. Questa é una caratteristica ordinaria del programma di Medjugorje. I seminari hanno l’obiettivo di approfondire la fede dei pellegrini. Ci sono anche seminari per le guide dei gruppi che vengono a Medjugorje, che hanno lo scopo di permettere a chi guida gli altri a crescere spiritualmente in modo che i pellegrini ricevano una formazione opportuna.

Si organizzano anche seminari specializzati, ad esempio per sacerdoti. Sacerdoti vengono da tutto il mondo i primi giorni di Luglio per una permanenza di una settimana. Il suo programma consiste, fra le altre cose, nella visita dei luoghi di pellegrinaggio, nella partecipazione alla liturgia, in conferenze tematiche. Ci sono anche seminari per le coppie sposate, per le famiglie e per i medici professionisti. Negli ultimi due o tre anni sono stati tenuti anche per persone interessate ai temi a favore della vita. Seminari specifici sono organizzati per persone con ferite, che sono sopravvissute a una situazione drammatica o che hanno fatto qualcosa di sbagliato e devono essere salvati.

Qual’é la dimensione “geografica” di un pellegrinaggio a Medjugorie?

I gruppi piú numerosi provengono dall’Italia e dalla Polonia: Ad oggi il numero di pellegrini proveniente da queste due nazioni e simile. Gli altri arrivi vengono principalmente da altri ottanta paesi: America del Nord e del Sud, Australia e Nuova Zelanda, e Filippine. Vengono da tutto il mondo, ci sono anche molti pellegrini dalla Corea del Sud.

Bisogna tener presente che Medjugorje ha una sua “rete” di dimensione mondiale: Ha molti “centri di Pace” in Spagna, Germania, Sud America. In Polonia uno di questi centri é sito a Piotrków Trybunalski: pubblica un bollettino in Polacco. Questi centri hanno siti web e sono presenti nei social media, Facebook, Twitter, Instagram, etc.

I custodi del santuario sono Francescani.

Medjugorje non é un santuario, tale status non gli é stato ancora concesso.
E’ una parrocchia, affidata da secoli alla cura dei Francescani.
Ci sono 12 padri, non é un gruppo numeroso, ma lavorano molto bene. Ammiro il loro impegno. C’é un atmosfera molto buona nella comunitá religiosa. In aiuto ai Francescani ci sono alcuni sacerdoti che vi risiedono permanente, come un Italiano, un polacco della Diocesi di Warmia, e anche dei domenicani di lingua inglese. Tutto sommato una piccola squadra. Offrono anche ristoro ai sacerdoti che vengono qui.

Vale la pena notare che i Francescani si concentrano sul ministero spirituale, e non forniscono, ad esempio, alloggi per i pellegrini. A parte la Domus Pacis non gesticono hotel, che sono gestiti dai residenti, come a Licheau o a Lourdes, che é il secondo centro albeghiero in Francia dopo Parigi. Vi sono autobus lungo tutte le strade, ci sono anche ristoranti e negozi con articoli devozionali.

Sua Eminenza Arcivescovo, qual’é il fenomeno principale a Medjugorje, ovviamente oltre alle presunte apparizioni?

Il fenomeno di Medjugorje sono le confessioni. Ai lati della Chiesa di San Giacomo ci sono due specifici padiglioni con 50 confessionali. Sono al coperto, in modo che non ci si debba preoccupare ne del caldo ne della pioggia. La gente attende in piedi in lunghe file e ha l’opportunitá di confessarsi in diverse lingue.

Ho parlato con vari confessori “al lavoro” sul posto. Mi hanno detto che gli é sufficiente ascoltare confessioni anche per una sola ora per poter essere testimoni di conversioni reali. Ci sono confessioni profonde, fra le quali confessioni generali. Spesso, qualcuno si confessa dopo decine di anni, perché toccato dalla grazia in modo cosí forte. Il tutto solo dopo un ora.

Chi esercita il ministero della confessione?

Principalmente i Francescani, che beneficiano anche dal ministero dei sacerdoti che vengono insieme ai pellegrini. Questi sacerdoti devono registrarsi all’ufficio pellegrinaggi, esibire un “celebret” valido, e solo allora ricevono un cartellino identificativo che li autorizza ad esercitare attivitá liturgiche ed anche ad ascoltare le confessioni.

Un’altra caratteristica di Medjugorje é la presenza di numerose opere di caritá.

In aggiunta alla dimensione formativa, un’altra attivitá molto ben sviluppata a Medjugorje é la dimensione caritativa. Negli corso degli anni ha lavorato qui il Padre francescano Slavko Barbaric, di grande carisma. E’ stato il vulcano di energie che ha reso possibile tutte le iniziative che esistonno ad oggi. Dopo piú o meno 12 anni di attivitá, morí improvvisamente sul Križevac nel 2000. Creó, fra le altre cose, il Villaggio della Madre, formato da un’intera colonia di abitazioni. Vi sono ospitati orfani biologici o sociali, o figli disagiati con problemi. I bambini provengono anche dai villaggi delle aree circostanti. Residenti permanenti vivono in dei “nidi” con due tutori adulti, volontari, fra i quali le sorelle Francescane. Questi “nidi” sono arredati come abitazioni ordinarie, ed i gruppi sono piccoli, di circa otto persone. Ció permette un atmosfera di natura familiare. I bambini ricevono cure mediche e odontoiatriche, perché nel villaggio ci sono specifici studi medici, incluso uno studio psicologico.

Il secondo di questi posti é la Casa del Padre Misericordioso, il cui nome si riferisce alla parabola del figliol prodigo. Ci vivono uomini provenienti da periodi di tossicodipendenza, ex carcerati, alcolisti, o comunque con dipendenze. Vivono secondo il principio benedettino “Ora et labora”, imparano a pregare e a lavorare. Ci sono anche vari studi per la produzione di oggetti devozionali. Ho avuto modo di vedere al lavoro un uomo tatuato che faceva buchi nei grani di rosario con un piccolo scalpello.

La casa del Padre Misericordioso ha anche una fattoria e dei giardini dove lavorano questi uomini, il che é importante per la loro terapia. Ci sono maiali nella fattoria perche gli “infermieri” devono ricordarsi la condizione del figliol prodigo che é finito per trovarsi fra i maiali ha lasciato la casa del Padre. Infatti, ció divenne un motivo principale per la sua conversione. Il centro Francescano é gestito da uomini usciti che hanno terminato il periodo di riabilitazione. Hanno un “naso” tale da non poter essere piú circuiti da truffatori o tossicodipendenti.

C’é anche la comunitá di Madre Kryspina per le madri single con figli e donne in gravidanza. Chi vi risiede puó restarvi finché non diventa indipendente.

Queste attivitá caritative sono il frutto della fede in questo posto. In altri grandi centri di pellegrinaggio tali opere non sono presenti in simili proporzioni. Ce ne sono svariate a Lourdes – ma per brevi permanenze dei malati: non vi sono centri dove é possibile risiedere a lungo, o permanentemente.

A Medjugorje sono nate anche comunitá spirituali …

Come i funghi dopo la pioggia. Molte provengono da fuori ed aprono una sede qui, come l’italiana “Comunitá Cenacolo”, che si occupa di aiutare giovani appena usciti dalle loro dipendenze. Un fenomeno singolare, perché giovani rasati e tatuati si comportano come ministri di culto. Durante le liturgie danzano, cantano, e sono molto coinvolti, non si annoiano.

Vi é presente la Comunitá delle Beatitudini di origini Francese: ha una composizione internazionale fra Italiani, Francesi, Austriaci, con 12 persone. Hanno una bellissima casa, e due cappelle. Operano un ministero di dimensione internazionale, con una delle loro sorelle che scrive libri pubblicati in tutto il mondo.

Nel complesso vi sono circa trenta gruppi e comunitá qui. Non sono stato in grado di visitarle tutte. Fra di loro ci sono realtá relativamente nuove, che a Medjugorje hanno iniziato a crescere. Una di loro ha un’orientamento Ecumenico, rivolto ad oriente, verso L’Ucraina. E’ guidata da un Cattolico Ucraino di rito Romano. Sono in ricerca ed in discernimento della loro strada. Ho avuto conversazioni con tutti i superiori delle comunitá che ho visitato.

E cosa ne pensa delle guarigioni a Medjugorje?

A Medjugorje si fa una preghiera di guarigione ogni giorno. Ció non é inconsueto, preghiamo per le guarigioni in ogni parrocchia. A Medjugorje vi sono guarigioni, e la rispettiva documentazione é conservata in un archivio locale gestito in modo professionale, con la documentazione medica di ogni specifico caso. Cosí come a Lourdes o in alti santuari con una tradizione piú longeva.

Se facciamo riferimento alle Parole del Signore Gesú “Dai loro frutti li riconoscerete”, allora la conclusione sul fenomeno di Medjugorje puó essere solo una?

C’é un atmosfera spirituale molto edificante. E nuove iniziative, come la Marcia della Pace organizzata ogni anno, che é iniziata durante la guerra dei Balcani negli anni novamenta. Si va per undici chilometri dal monastero francescano di Humac a Medjugorje. Si prega per la pace e si vorrebbe promuovere questa preghiera in tutto il mondo. Nostra signora si é rivelata come Regina della Pace, e questa marcia é iniziata ai tempi di guerra. In quegli anni Barbaric si prendeva cura degli orfani di guerra.

Lei Arcivescovo mette in evidenza il forte Cristocentrismo intorno al quale é incentrato il ministero pastorale a Medjugorje. Lei sostiene che non ci sono problemi con l’ortodossia, ma che ci sono tensioni e difficoltá fra i Francescani ed il vescovo locale.

Si, ci sono alcuni problemi di natura canonico-amministrativa, ma – nella mia opinione – sono risolvibili. D’altra parte, non mi sono occupato dei contenuti delle apparizioni, perché non é il mio compito, ma ho avuto modo di constatare che sostanzialmente non ci sono errori dottrinali nel loro contenuto. E’ vero che la gente spesso dice che hanno un’espressivitá singolare, ma é anche vero che queste persone non hanno una formazione teologica, quindi si esprimono come sentono e possono.

Con riferimento ad apparizioni Mariane in altre parti del mondo, vediamo che nessuno dei veggenti ha ricevuto una formazione teologica, Bernadette di Lourdes non era in grado neanche di scrivere, cosí come i pastorelli di fatima – Giacinta, Lucia e Francesco.

Solamente Lucia ha poi ricevuto in seguito una solida formazione dal suo Ordine. Era in grado di scrivere, e in modo analogo a quanto accade con Medjugorje, ha avuto rivelazioni durante tutta la sua vita. I veggenti di Medjugorje hanno apparizioni ancora oggi, e fin’ora ne sono state contate circa 40.000. Nella mia opinione ció non cosituisce un ostacolo rilevante.

E quando ho parlato con i veggenti, mi ha colpito il fatto che fossero persone equilibrate.
Ne ho incontrati quattro. Donne che durante le prime apparizioni nel 1981 erano adolescenti ed oggi hanno nipoti. Tutti loro hanno messo su famiglia. In ogni caso, l’aspetto delle famiglie in queste apparizioni é molto forte. Qualcuno si aspettava che fossero diventati preti o suore, come Lucia Santos. Ma da allora il mondo é cambiato, ed il convento non é l’unico modo di perseguire una Vocazione Cristiana. Questa gente vive nel mondo e si é incamminata nella via del sacramento del matrimonio, il che é molto buono, perché possono cosí mostrare la bellezza della vita familiare, che oggi nel mondo é cosí minacciata.

Medjugorje é da un lato – come l’Arcivescovo enfatizza – un luogo con molti frutti spirituali, con una buona atmosfera di raccoglimento ed adorazione, dove non si possono evidenziare errori dottrinali o altre deviazioni. Dall’altro lato le relazioni con il vescovo locale, Ratko Peric, sono molto difficoltose. Non le sembra un paradosso?

La posizione del Vescovo Peric, che é negativa, é nota. Dai tempi dell’inizio delle apparizioni abbiamo avuto un altro Ordinario. Il primo, il cui ministero é iniziato ai tempi delle apparizioni, il vescovo Pavao Žanić, che é morto nel 2003, credeva che si trattasse di una truffa. Quello presente mantiene la stessa posizione, afferma che le rivelazioni non hanno carattere soprannaturale.

Nel frattempo, nelle apparizioni di Medjugorje, Nostra Signora non propone niente altro di quanto la Chiesa propone con la celebrazione della Quaresima: digiuno, preghiera e caritá. A Medjugorje, il digiuno si fa il Mercoledí e il Venerdí (a pane ed acqua), si prega costantemente, ed in termini di beneficenza, nascono numerose opere di natura sociale.

Si tiene anche un ritiro di una settimana a “Pane e Acqua”. I partecipanti si nutrono di pane ed acqua tre volte al giorno. Il pane é mangiato molto lentalmente, il pasto dura circa un ora. Tengono il pane in bocca a lungo in modo da ricordarne il sapore.

E come si pone il Vescovo Peric nei confronti dei frutti pastorali? non lo convincono?

In modo analogo ad alcune altre apparizioni Mariane, come quelle di Ile-Bouchard in Francia nel 1947. Non furono riconosciute, ma furono venerate. Non é necessario che il culto Mariano esista in corrispondenza delle apparizioni.

Ed ancor meglio questo culto é comprensibile a Medjugorje, dove la Madonna si presenta come “Regina della Pace”. Non c’é niente di nuovo o di inquietante: E’ uno dei titoli delle litanie Lauretane. Ci sono un certo numero di parrocchie in giro per il mondo sotto questo titolo. Un famoso artista Polacco, Mariusz Drapikowski, ha realizzato altari per i santuari di Nostra Signora della Pace a Bethlehem, in Kazakhstan, a Jamusukro, a Kibeho.

E se vediamo quanto successo con il santuario a Kibeho, l’analogia con Medjugorje é evidente. All’inizio il vescovo locale JB Gahamanyi ha permesso il culto, e poi ha continuato a studiare la veridicitá delle apparizioni. Sono convinto che ogni divieto di culto o semplicemente di recarsi a Medjugorje non troverá alcuna base per la sua giustificazione.

Quindi, alla Messa domenicale a Medjugorje, che ho celebrato per i fedeli, ho detto che questo culto deve essere sviluppato. Non ci sono ostacoli dottrinali o cattolici per venerare la Madre di Dio in alcun luogo del mondo.

Come é possibile riconoscere la veridicitá di queste apparizioni da parte della Sede Apostolica se il Vescovo del posto non le considera vere?

E’ Possibile. Ho sentito il parere della commissione che ha lavorato sotto la direzione del Cardinale Camillo Ruini che ha stabilito che le prime sette apparizioni sono vere, anche se la notizia non é ancora stata pubblicata ufficialmente. Per le apparizioni successive non si é espressa, in attesa di verificarne i frutti.

Ci sono state specifiche accuse che le rivelazioni a Medjugorje sono troppo numerose e che Nostra Signora parla troppo.

Suor Faustina ha parlato con Gesú ogni giorno per molti anni. Ció non dovrebbe rappresentare un’ostacolo importante. Certamente, dobbiamo essere attenti ad ogni aspetto, anche alla possibilitá di disordini mentali ed anche essere cauti verso l’atteggiamento delle “apparizioni”. Tuttavia, i veggenti sono stati esaminati da un gruppo di eminenti specialisti, psichiatri e psicologi, che non hanno riscontrato alcuna patologia: Erano persone in salute provenienti da famiglie in salute.

Ad oggi, tutti vivono all’interno di matrimoni stabili e nessuno dei veggenti ha avuto crisi di fede. Jakov Colo, il piú giovane fra loro, che aveva dieci anni agli inizi delle apparizioni e che sta ancora crescendo nella fede, a Medjugorje guida personalmente l’iniziativa caritativa della Parrocchia “Le Mani di Maria”, perché Nostra signora ha detto che noi dovremmo essere “Le sue mani” nei confronti di poveri e bisognosi.

Forse le ragioni dell’atteggiamento del Vescovo hanno radici storiche, poiché l’intera regione Balcanica era una volta “Francescana”, il che genera conflitti con la gerarchia?

E stata una fase difficile quando i Francescani hanno dovuto cedere alla loro diocesi le parrocchie che gestivano da secoli. Ed il popolo non e stato daccordo, perché i Francescani erano presenti in quelle parrocchie da secoli e sono sopravvissuti ai periodi piú difficili quando c’erano i Turchi. Ci sono cinque parrocchie in Bosnia per le quali la diocesi é in disaccordo con i Francescani. Ma ad oggi l’atteggiamento principale fra i vescovi e i Francescani é di dialogo.

Quali conclusioni fará l’Arcivescovo nel suo rapporto alla Santa Sede, o parlarne rompe qualche segreto?

Posso solo dire che le conclusioni sono positive. Inoltre, il Santo Padre giá dall’aereo di ritorno da Fatima ha parlato di Medjugorje, ed ora ha vi inviato il cardinal Simoni dall’albania e gli ha chiesto di predicarvi bene.

Ritengo che tutto stia andando nella giusta direzione. La mia missione non era quella di ”chiudere” Medjugorje, ma di accertarmi che il ministero pastorale fosse opportuno, consistente con la dottrina e gli insegnamenti della chiesa, efficace e ben organizzato. Le mie conclusioni sono che é cosí. Sul piano pastorale la mia valutazione é molto positiva, Quindi, le azioni pastorali attualmente in atto, il modo di celebrare le liturgie e le conferenze dovrebbero continuare in questo modo.

L’Arcivescovo ha da proporre miglioramenti o riforme?

C’é molto da fare in termini di infrastrutture legali ed amministrative. Ci dovrebbe essere, ad esempio, un piano regolatore, perché tutto qui sembra costruito in modo un pó caotico. Per motivi di sicurezza, tutta l’area dovrebbe essere recintata, ci sono degli ingressi, ma non ci sono recinzioni sul retro, anche se sono presenti guardie giurate per gestire chi viene con propositi non certo di pietá.

E dopo il rapporto dell’Arcivescovo, vi é la possibilitá di un cambio di posizione circa l’organizzazione di pellegrinaggi da parte della Chiesa, il che é al momento proibito?

E’ possibile andare in pellegrinaggio. D’altra parte, non era possibile organizzare pellegrinaggi ufficiali con la partecipazione di vescovi, ecc … ma questa non é una situazione aggiornata. Dopo tutto, sono giá andati quattro cardinali, molti vescovi e migliaia di sacerdoti ad accompagnare i fedeli. La situazione attuale é che i pellegrinaggi non dovrebbero essere organizzati da strutture ufficiali della chiesa, diocesi o parrocchie. Tuttavia gruppi di fedeli possono venire insieme ai loro sacerdoti.

In ogni caso questo movimento non si fermerá e non dovrebbe essere fermato, perché da esso scaturiscono buoni frutti. E’ uno dei luoghi piú vivi di preghiera e conversione in Europa, con una spiritualitá sana.

Puó il rapporto dell’Arcivescovo contribuire al riconoscimento delle apparizioni?

Non direttamente perché il mio compito era un altro. Tutto indica che le apparizioni saranno riconosciute, forse anche entro quest’anno. Non ci dimentichiamo che la Congregazione per la Dottrina della Fede ha consegnato tutta la documentazione delle apparizioni al Segretariato di Stato, che ci sta al momendo lavorando.

Piú specificamente, penso che sia possibile riconoscere l’autenticitá delle prime apparizioni come proposto dalla commissione guidata dal Cardinal Ruini. Al di la di questo, penso sia improbabile ricevere un verdetto differente, perché é difficile credere che sei veggenti abbiano mentito per 36 anni. Quello che sostengono é coerente, non sono ossessionati ne mentalmente disturbati. Un argomentazione molto forte a favore dell’autenticitá delle apparizioni é la fedeltá alla dottrina della Chiesa.

Se le apparizioni, o almeno le prime sette, saranno riconosciute, ció costituirá uno stimolo molto forte per Medjugorje.

Come Arcivescovo della sua diocesi raccomanderebbe un viaggio a Medjugorje?

Certamente. Direi che é un pellegrinaggio in grado di operare una trasformazione spirituale, una conversione e un consolidamento della fede – perché tutti questi elementi si realizzano in quel luogo.

Grazie per l’Intervista.

Alina Petrov-Wasilewicz, Marcin Przeciszewski

Ora, come vi anticipavo, qualche mia considerazione aggiuntiva ….

Se avete letto con attenzione tutta l’intervista, avrete sicuramente notato una serie di cose. Innanzitutto l’arcivescovo da prova di conoscere molto bene Medjugorje, in modo sicuramente piú approfondito di quanto gli é stato possibile con la sua breve visita: molto probabilmente si era giá fatto un idea del tutto dai racconti dei numerosi pellegrini della sua diocesi, e poi é sicuramente capitato in un contesto in cui la parrocchia ha dato, ovviamente il suo “massimo” in termini di offerta formativa e pastorale, perché non sempre il programma é cosí intenso come ha descritto l’arcivescovo, commettendo anche qualche inesattezza sulla struttura del programma.

In ogni caso, pur estremamente preciso nell’affermare che non aveva alcun ruolo circa la problematica del riconoscimento delle apparizioni, sicuramente consapevole del “peso” delle sue parole, non ha mancato di offrire il suo “parere positivo” non solo sulla natura del suo “rapporto pastorale”, ma anche su ció di cui non aveva una specifica competenza … segno evidente delle sue “convizioni private”.

Per finire, un’ultima mia “personalissima” considerazione: l’arcivescovo é stato puntuale nel precisare che lo “status” di “santuario” non é ancora stato riconosciuto a Medjugorje.

Personalmente, ripeto, mi auguro che ció non avvenga mai … anche laddove le apparizioni dovessero essere riconosciute, anche nel caso vengano riconosciute oltre i primi sette giorni: chi infatti ha dedicato un po di tempo a “studiare” le apparizioni, non puó non ricordarsi che i famosi “messaggi del Giovedí” sono iniziati con la “Gospa” che il Primo Marzo 1984 ci ha detto “Cari figli, io ho scelto in modo speciale questa parrocchia ed é mio desiderio guidarla. “

Quanto sarebbe significativo ed edificante che la chiesa riconoscesse che la Madonna si é chinata su una “semplice parrocchia”, come a farne un modello per tutte le parrocchie del mondo, e noi sappiamo quanto poche hanno deciso di seguire questo modello “nella sostanza” …. non certo finendo per usare “i canti di medjugorje” e “i modi di medjugorje”, ma proponendo un programma di preghiera di 3 ore al giorno, l’adorazione almeno settimanale, le catechesi per giovani ed adulti in modo periodico e strutturato, etc etc …

Riconoscere quale “Santuario” un luogo di speciale manifestazione di personaggi celesti, che hanno lasciato una traccia inequivocabile nella storia, é prassi della Chiesa consolidata da secoli: forse per Medjugorje potrebbe valer la pena fare un eccezione, rinunciando quindi alle “megalomanie umane” che lo vorrebbero giá “Santuario di Fatto” per “vox populi”, riconoscendo uno degli aspetti piú evidenti dell’opera di Maria, che il Cardinale Schonborn durante la sua vista del 2009 non ha esitato a definire, ineccepibilmente, come la “migliore Teologa Pastorale”.

Ave Maria.

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Marco Piagentini

Informatico dal 1981, Telematico dal 1988, Sistemista IT dal 1994 ed OT dal 2005, Strumentista dal 2005. DJ dal 1986, Fotografo dal 1994, Reporter della Gospa dal 2001 Runner dal 1979, Nuotatore dal 1980, Triatleta dal 2007, Quadratleta dal 2019

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