Medjugorje “BackReport” Gennaio 2002

Scrivere a distanza di 20 anni del proprio primo pellegrinaggio, come avendolo fatto subito dopo lo stesso, non è impresa semplice … anche per un particolare “tecnico”: si tratta dell’unico viaggio che ho fatto su Medjugorje dove con me non avevo una fotocamera digitale, ma una “compattina a pellicola”, una mitica Yashica con cui scattai le mie prime foto dal 1994 ad allora … ricordo che la acquistai con la mia prima carta di credito, appoggiata sul mio primo conto in banca.

Fu lei a fissare i miei primi ricordi, su pellicola … un mezzo che, scansionato, con tanto della presenza di molta polvere … sa veramente dare il fascino di un passato, per quanto non remoto.

Riprendo quindi con più dettaglio i particolari di quel dicembre 2001 di cui ho già citato nell’introduzione … fu ad inizio Dicembre, davanti al piazzale della Chiesa di San Valentino, che un’amica mi informò che un piccolo “gruppo di giovani” si sarebbe recato a Medjugorje per fine anno, e mi invitò a valutare seriamente di unirmi a loro: io ero “veramente” con pochi spiccioli in tasca, e mi pare che ero già impegnato come “supporto DJ” per un veglione di fine anno, avendo io smesso di girare i dischi qualche anno prima … di sicuro l’ultima cosa che avevo previsto per fine anno era di fare un pellegrinaggio, però qualcosa mi disse fortemente che era arrivato il momento … quel momento che aspettavo forse dal 1997 … quel viaggio che mi era stato negato da un sacerdote che sosteneva che per un viaggio del genere era necessaria una certa “preparazione” …. niente di più sbagliato, specie per un pellegrinaggio a Medjugorje.

Fra parentesi, quella “provvidenza” che poi non mancò mai di accompagnarmi in ogni futuro pellegrinaggio, si fece sentire chiara e forte anche per questo: per quel natale infatti i miei mi fecero dono di una consistente cifra di denaro, importante all’epoca … un pò il primo “gruzzolo” da poter gestire in autonomia con una certa maturità … potei quindi partire “sereno”: i soldi non erano un problema, e non lo sono mai più stati un futuro … e non solo, in merito ricevetti persino una specifica profezia, pochi anni più avanti …

In ogni caso la famosa amica dell’invito, meno di 24 ore prima della partenza, decise di non partire a causa di una febbre da cavallo … 37.1, ricordo perfettamente … non 37.2 piuttosto che 37.5! Nonostante tutti i miei tentativi di persuasione, lei decise di non partire, io si!

Mi ritrovai così da solo, senza conoscere nessuno, sapendo solo che partivo con un grupetto di giovani” da poco formatosi … quindi in una data che collocherei con ragionevole certezza fra il 28 e il 29 Dicembre 2001 presso il piazzale della chiesa parrocchiale di San Paolo Apostolo in Terni …

Di quel contesto ricordo principalmente due persone: sergio, persona modesta e squisita che poi nutrì verso di me un affetto squisito nel futuro, e una tale “Marilina” … a lui saldai la cifra dovuta, mi pare intorno alle 300.000 Lire (l’euro fu poi introdotto da li a poco), mentre la seconda, bionda, poco prima di partire, con fare molto materno mi notò e mi disse “e tu chi sei”?

Mi diede la sua benedizione, o meglio “la benedizione di Maria Regina della Pace” con un segno di croce sulla testa, gesto per me allora del tutto inconsueto, e così mi ritrovai su questo pulmino blu da una 20ina di posti, diretto ad Ancona, dove sapevo che ci saremmo riuniti ad un bus più grande proveniente da pescara.

Singolare che io non ricordi niente, neanche il minimo dettaglio, del viaggio in traghetto …. le mie memorie iniziano sostanzialmente con queste due foto:

Nel 2021 ho avuto bisogno di un “aiuto esterno” per ricostruire il luogo … mi ricordavo di questo “Caffè Bar” da Gloria, ma non certo della località sperduta fra i monti croati! In quegli anni l’autostrada non era ancora arrivata neanche a Dugopolje, per cui fra le vie più brevi per Medjugorje c’era questa, oltre a quella per Makarska.

Ricordo ancora il sollievo della sosta, che era molto freddo, che il cappuccino fu confortevole, e che la canonica sgranchita di gambe mi portò insieme a due o tre ragazzi a fare due passi fino alla Chiesa dello Spirito Santo di Opanci, a Lovreć, nei pressi di un incrocio con una rudimentale rotonda. Nel 2021 la situazione si presenta come segue

come vedete … la rotonda ora è un pò più carina … comunque con tutta probabilità il mio primo viaggio in terra croata fu secondo questo percorso

Prima tappa di un pellegrinaggio nel 2002: dal porto di Spalato a Lovrec

… e continuò per la via di Imotski, attraverso la frontiera di Grude per la Bosnia-Erzgovina, poi fino a Medjugorje, in poco più di 3 ore di viaggio, senza grossi problemi alle frontiere

Seconda tappa: da Lovrec a Medjugorje, passando per la frontiera di Grude

Di questo tratto di viaggio mi ricordo un particolare “singolare”: il Sacerdote che guidava i pellegrinaggio, che “decantava” i suoi 110 e passa pellegrinaggi a Medjugorje, e il suo amore per la neve … per il primo particolare già non mi stava particolarmente “simpatico”, ma ho sempre amato la neve, e questo mi addolciva la pillola, perché per buona parte di questa tappa la neve ci accompagnò, ben visibile sui monti, e mi pare anche con qualche fiocco sulla strada.

Arrivammo così a Medjugorje, alla pensione Primorac … il primo ricordo fui che andai a correre, poco prima di pranzo … non sapendo dove andare e cosa fare, mi diressi verso quella che non sapevo essere la strada per il Krizevac, girai a sinistra, tempo di vedere un bel pò Medjugorje dall’alto, e tornai indietro … indossavo un paio di Air Kukini, quelle che una ragazza del gruppo definiva “le scarpe dell’uomo ragno”, e ricordo di averle confidato che per quel pellegrinaggio avevo delle aspettative, di vedere qualcuno dei segni dei quali mi avevano tanto parlato …

Iniziò qui il mio primo “tour de force”, cioè uno di quei pellegrinaggi in forma “compressa”, uno di quelli del tipo “ora che sei qui, bisogna FARE tutto quello che si fa e si deve fare quando si è qui” … mi ci vollero anni per capire che si trattava di una delle forme più sbagliate per affrontare un pellegrinaggio nella terra della Regina delle Pace, ma la provvidenza sa scrivere dritto anche sopra le nostre righe storte, e nell’ambito di questo programma “denso” le grazie non furono poche, ma soprattutto furono piantati nella mia anima molti, ma molti, ma molti “semi” … parte dei quali ancora devono finire di portare frutto … e fra questi il più “tangibile” è quello che mi ha portato poi a scrivere decine di “report”, scattare “decine di migliaia di foto”, registrare e trascrivere omelie, catechesi E “adorazioni”, e decidere infine di raccoglierle tutte in un libro …

Il mio primo scatto della chiesa di San Giacomo

Il mio terzo scatto dell’album è stato fatto alla chiesa di San Giacomo, quei due campanili irresistibili che poi ti mettono voglia di fotografarli negli anni anche più volte al giorno, in ogni condizioni meteo e/o di illuminazione, come fosse la prima volta: in questo caso il campanile segnava poco prima delle otto, segno che molto probabilmente nel mio primo pomeriggio a Medjugorje ci avevano fatto partecipare al programma serale di preghiera, tutto intero, e quell’orario è infatti coerente con un uscita dalla chiesa al termine della messa serale vespertina delle 18 … che specie allora non durava certo una mezz’oretta come le nostre, ed era già seguita dalla benedizione degli oggetti sacri, dalla preghiera di guarigione, e dalla terza parte del Santo Rosario, da quando Padre Slavko concepiù questo programma di preghiera che allora era seguito da almeno 15 anni.

In quegli anni il pellegrinaggio di fine anno era ancora dedicato principalmente ai giovani, da quando Padre Slavko celebrò la prima messa di fine anno con i veggenti, che seguiva tutti personalmente, non avendo “di meglio da fare” … quell’anno, a memoria, di sicuro non eravamo meno di 5000 persone, forse di più.

Il mio primo Krizevac

Quarto scatto dell’album, il Podbrdo visto da Krizevac …

è evidente che la mattina successiva fummo condotti sul Krizevac per una via crucis … chissà perchè mi venne di fare questo scatto … probabilmente allora non sapevo ancora che si trattasse della collina delle apparizioni, o magari qualcuno me lo aveva indicato e feci questo scatto … fatto sta che questa “inquadratura” divenne fra le mie preferite … negli anni ho avuto modo di dire a tanti pellegrini, parlando del “segno” indistrustruttibile che la Madonna ha promesso … che dovrebbe bastarci già questo: cioè quella A leggermente coricata sulla collina, scavata con i piedi, spesso scalzi, di centinaia di migliaia di pellegrini in 40 anni … altro che segno, e di sicuro difficilmente eliminabile anche dalla mano dell’uomo dovesse mettercisi di impegno … segue comunque qualche altro scatto del Krizevac … se non era il 31 Dicembre, era sicuramente il 30 o il 29 …

… si tratta di scatti, evidentemente, molto spontanei: il lacceto della fotocamera che ti passa davanti all’obiettivo, probabilmente per il vento … un contesto che testimonia comunque di un freddo “importante”, dato l’imbacuccamento di molti soggetti delle foto, ed il primo …. scatto al sole …

Fanno parte di questa “sessione” probabilmente anche i seguenti due scatti, che non mi sembrano poter appartenere al PodBrdo … potete dedurre quanto fossi “impressionato” dalla via crucis, nel considerare che ritenni di scattare a un pettirosso e non si sa a cosa altro …

Particolare del piccolo pettirosso al gelo.

… da questi scatti ai successivi il “vuoto”, non solo in senso fotografico … non ricordo infatti nulla delle celebrazioni, nulla di altri particolari, a parte due episodi molto forti, molto vividi, che invece a distanza di anni ricordo ancora con un dettaglio evidenti, e di buona parte di questi faceva parte una “biondina”, nella persona di una dei ragazzi del gruppo da Terni, che fini per trovarsi “intorno” a me in quasi tutte le circostanze: due di queste furono la “visita” a Siroki Brijeg per la catechesi di Padre Jozo, e la gelida notte del 1° Gennaio sulla collina delle apparizioni, per quella che non sapevo essere una “apparizione straordinaria”.

Siroki Brijeg

… nella difficoltà di ricostruire le date esatte di questo primo pellegrinaggio, di una sono praticamente certo: salimmo in bus a Siroki Brijeg nel pomeriggio di Venerdì 28 Dicembre 2001, vi dirò poi perchè.

Ricordo molto poco anche di questa mia “prima” catechesi di Padre Jozo, al di la del fatto che la presi molto, ma molto, ma molto sul serio … e non solo perchè nel benedire individualmente i fedeli alla fine della sua catechesi, per imposizione delle mani, a due a due per fare “un pò prima”, benedì “a coppia” a me e a questa biondina … e per uno che cercava “il senso della vita” e di fatto aveva accettato di partecipare a questo pellegrinaggio “in spirito di pellegrinaggio”, quindi con una certa “apertura agli eventi di grazia” per intenderci, fu un particolare da … tenere da conto.

“IMMACOLATA” di Tihaljina. Particolare della scultura sacra venerata nella parrocchiale.
Tipolitografia Gamba-Verdello (Bg)-Italy

In quegli anni Padre Jozo riceveva folti gruppi di pellegrini, regalava a tutti un immaginetta della statua dell’Immacolata di Tihaljina dove era stato parroco, con su scritti i famosi “5 sassi” … cioè la sua più formidabile “catechesi perpetua” su Medjugorje … talmente eccellente che buona parte dei pellegrini ancora pensa che ne abbia parlato la Madonna in prima persona, talmente efficace da aver ispirato almeno una famiglia religiosa (Anche nel nome), se non di più …

Dopo la sua efficacissima catechesi, verso la fine, dei volontari venivano in chiesa con dei cestini e distribuivano delle confezioncine con una coroncina di plastica, un foto dell’Immacolata di Tihaljina con una storia particolare, con sul retro il testo dei famosi “sassi” di cui sopra .. immaginate questo santo sacerdote, uomo di Dio, che ha anche visto la Gospa in prima persona, che con tutta la sua fede, ti spinge a mettere un immaginetta sul cuore, e ti dice “Ecco la Madre”, “Ecco la tua Madre” … e poi ti guida a capire che è vero, che è tutto vero, è che la sostanza di tutti suoi messaggi sta in quei cinque sassi e poco più …

Il retro-tipo della famosissima immaginetta con il testo dei 5 Sassi

Presi la cosa sul serio … molto sul serio … specie il messaggio del digiuno, quel digiuno del mercoledì e venerdì … e quello era proprio un venerdì … e a cena volevo proprio iniziare … con forza e determinazione: mi sentii chiamato, chiamato in prima persona, chiamato a rispondere in prima persona, liberamente … e io volevo rispondere, subito, serenamente, prontamente, in prima persona, in modo concreto.

Senza di voi il Signore non può realizzare ciò che vuole … senza di me, il Signora non può realizzare ciò che vuole … si, proprio io … si, proprio anche te che leggi.

Immaginate voi quando a cena, in pensione, il primo a sembrare di non curarsi di questo messaggio era quel sacerdote dai 110 e passa pellegrinaggi … si, quello della neve … proprio lui. Pensate come quell’azione, a distanza di 20 anni, ha ancora un “peso” … ci ho pensato spesso, per anni, se smettere di parlare di questo episodio, se citarlo o meno in questo ed altri contesti, se nel farlo mancassi di carità a qualcuno o meno, o se fosse persino un peccato … al momento il mio discernimento mi indica che è il caso di parlarne, perché poi negli ultimi 20 anni mi sono reso protagonista in prima persona di tanti casi simili … divenuto ormai una figura “associata” da molti a Medjugorje, quanto scandalo ho dato … quanti esempi di vita “non coerente”, direttamente ed indirettamente ho offerto in prima persona …. ecco perchè è giusto ammonire ed autoammonirsi … ricordare quali parole “importanti” ha la Bibbia per chi da scandalo, specie ai “piccoli” del regno dei cieli …

Alla fine forse il messaggio era anche che il digiuno è probabilmente un fatto privato … mettiamola così … però no, per me il digiuno non è affatto una roba privata: è da viversi nel privato E nella vita comunitaria … me ne convinsi più avanti quando, al primo invito a cena a casa di una “guida”, di mercoledì … mi vennero offerti pane e pomodori, ben conditi …. tanto sai, ci sono i bambini.

Tutto vero, c’erano i bambini … tutto vero, c’erano pellegrini nuovi … ma vedete come un messaggio forte dato da un santo sacerdote possa essere stemperato da una condotta apparentemente anche “ordinaria”, persino “rispettosa” …

Messa degli italiani il 1° Gennaio

Continuando … poi di quel pellegrinaggio, da questo evento in poi non ricordo niente, niente di niente, niente della messa di mezzanotte, che doveva essere un pò il centro di tutto, niente di altro … mi ricordo solo di quando mi sono ritrovato il 1° a sera sul PodBrdo di notte al freddo al gelo in attesa dell’apparizione, cielo stellatissimo, biondina vicino a me … ma ora mentre scrivo mi sono ricordato della messa degli italiani del 1° a Mattina, nel capannone giallo, quando fra Giovanni Caterina mi mise in mano una medaglietta miracolosa, mi diede una botta decisa con il gomito, quando dall’altare proposero di consacrarsi al cuore immacolato di maria, e mi disse “e su, e dai, deciditi …”

Il rosario con Maria Dugandzic

In un pomeriggio fra quelli passati a Medjugorje, mi ricordo “vagamente” la testimonianza di Maria Dugandzic, che ha ancora un ruolo importante nell’ufficio informazioni, e che di fatto poi da anni è una dei tre traduttori simultanei di tutto il programma di preghiera, degli eventi come il festival, nonché organizzatrice dei seminari per guide e probabilmente anche di un certo numero di altre cose.

Allora ovviamente non sapevo chi fosse, mi colpii la sua testimonianza di vedova, avendo perso il marito durante la guerra di indipendenza croata nei primi anni 90 (guerra i cui segni erano ancora ben visibili su tutte le strade dal confine a Medjugorje), che fece una convincente testimonianza di fede, pregando con il nostro gruppo il Santo Rosario … i ricordi che ho sono vaghi, oggettivamente, ma rimasi non poco edificato dalla sua concretezza, e dalla sua testimonianza di fede sincera … la Gospa aveva insegnato loro a pregare il rosario quotidianamente, e lei … perseverava.

Apparizione del 1 Gennaio 2002

Apparizione del 2 Gennaio 2002

La mia prima esperienza con un’apparizione del 2 fu nel tendone verde della comunità cenacolo, che almeno fino a un paio di anni fa ancora esisteva …. provate a vivere la mia esperienza prima da questi scatti, specie il primo:

Qualcuno forse ha capito … ho vissuto questa “apparizione” in un punto “vietato”, cioè penetrando nel tendone verde e trovando posto sotto una instabilisima platea … l’ultimo scatto è stato possibile solo ad “apparizione finita”. Fu un contesto molto simile a quello di poche ore prima sul podbrdo: mi accorsi che qualcosa era in corso solo per l’innaturale silenzio calato all’improvviso, e che qualcosa era finito solo perchè il silenzio fu interrotto e la gente iniziava a defluire … in quegli anni per i 2 del mese la Gospa ancora non lasciava messaggi regolari.

Al di fuori del tendone verde feci però questi 3 scatti …

Verso la fine del pellegrinaggio …

Anche in questo caso mi faccio aiutare dagli ultimi scatti rimasti sui miei negativi:

Il viaggio di ritorno

Del viaggio di ritorno ricordo poco, molto poco: il tempo era sicuramente bigio, ma notai più particolari della guerra 1991-1995 che all’andata … nei termini di evidenti rottami di guerra ai lati della strada.

Di più concreto ricordo due cose: la biondina che mi appoggio la testa sulle spalle, e di Sergio che mi chiedeva di testimoniare … zero ricordi del viaggio in traghetto.

Per quanto riguarda questi due episodi … il primo probabilmente avvenne prima di raggiungere spalato … l’ormai pluricitata biondina fece questo gesto di “affetto”, chiamiamolo così, e mi invitò a venire al gruppo di preghiera, a quello che definiva il “suo” gruppo di preghiera, del quale lei si riteneva la “responsabile” … mi appoggio quindi la testa e mi disse cose del tipo “vieni vieni … aiutami … bisogna far pregare questi ragazzi” …

… io, come detto, cercavo il senso della vita, venni a questo pellegrinaggio con una buona apertura, Padre Jozo ci benedì a coppia, sembrava carina, per giunta bionda, e io a questo gruppo di preghiera andai …. più per lei che per il gruppo, ovviamente.

Il motivo era un’altro: sia sergio che altri mi chiedevano di testimoniare … e con una certa insistenza … una roba tipo “dai dai testimonia, perchè chi va a medjugorje vede segni, vede il sole, ….”

Non mi ricordi cosa risposi, di sicuro non presi il microfono del bus per dire alcunchè, ma rispondei a tutti più o meno in questi termini “… guardate, vi ringrazio per l’esperienza, per il pellegrinaggio, ma io non ho visto niente … sono un tipo meditativo, non prego il Santo Rosario, ma se proprio volete vengo al gruppo di preghiera una volta per cortesia …”

Fra parentesi: “per la biondina, non certo per il gruppo”.

Fra parentesi, entro le precedenti parentesi: “e una sola volta, sia chiaro”

Rientrai quindi in città, al primo venerdì utile visitai questo gruppo … e finì che intorno a Giugno il responsabile ero diventato praticamente io, mentre il Santo Rosario non solo lo pregavo, intero, ma lo predicavo ai 4 venti …

Quanto sopra è ovviamente raccontato in un articolo dedicato al “Gruppo di Preghiera” Regina della Pace (giovani) … quanto al primo pellegrinaggio, può bastare: di sicuro, come potete aver dedotto avendo letto fino a qui, la cosa non mi impressionò, minimamente …. tornai con una serena intenzione di non tornare mai più, e comunque con un’atteggiamento tale da non poter mai lontanamente presumere i successivi 50 viaggi e passa, ed il fatto che a distanza di 20 anni ne sto ancora scrivendo, e probabilmente ne scriverò finchè sarò su questa terra … anche dopo, laddove mi fosse permesso!

1 Dicembre 2001 ->24 Agosto 2021
Ave Maria!
Marco Piagentini

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Marco Piagentini

Informatico dal 1981, Telematico dal 1988, Sistemista IT dal 1994 ed OT dal 2005, Strumentista dal 2005. DJ dal 1986, Fotografo dal 1994, Reporter della Gospa dal 2001 Runner dal 1979, Nuotatore dal 1980, Triatleta dal 2007, Quadratleta dal 2019

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